Non c'è ignoranza; c'è conoscenza. Non c'è inquietudine; c'è serenità. |
Il Codice Jedi era un codice di comportamento che stabiliva le regole e i modi per seguire a pieno la via del Lato Chiaro della Forza. Esso è basato principalmente sulle meditazioni del Maestro Jedi Odan-Urr, un veterano della Grande Guerra Iperspaziale.
I Cavalieri della Vecchia Repubblica inserivano nel codice questa riga come penultima:
Significati[]
- Non c'è emozione; c'è pace
Le emozioni sono parte naturale della vita e neanche i Jedi possono sottrarvisi: esemplare è il dolore espresso apertamente dai Maestri Jedi Obi-Wan Kenobi e Yoda, quando scoprono la morte dei Padawan per mano di Darth Vader. Questo principio non vuol dire che le emozioni non esistono: significa invece che ogni cavaliere Jedi deve confrontarsi con i propri sentimenti per raggiungere la pace interiore. Le emozioni non dovranno essere superate o represse bensì dovranno essere capite ed accettate. Mai un Jedi dovrà prendere le sue decisioni spinto dalla forza delle proprie emozioni.
- Non c'è ignoranza; c'è conoscenza
I cavalieri Jedi sono chiamati a portare la pace e la giustizia su tutti i pianeti della galassia, soprattutto in quelli in cui regna il conflitto e la violenza: l'ignoranza è una delle ragioni principali dei conflitti. Un Jedi non segue o crede ciecamente in qualcosa o qualcuno, ma deve sempre considerare che tutte le parti in causa, portano con se un tassello di verità. Ad un Jedi è richiesta una mente aperta, libera da pregiudizi e da dubbi, e la capacità di accettare ciò che gli altri esseri tendono a vedere come inaccettabile. Ignorare i fatti che non si adattano al proprio punto di vista è temerario...cercare la conoscenza non lo è mai.
- Non c'è passione; c'è serenità
Questo principio riguarda tutte quelle situazioni di stress estremo in cui un Jedi potrebbe essere tentato di reagire "fortemente"; mette in guardia inoltre sui rischi del focalizzarsi in modo ossessivo e passionale su un compito, permettendo che essa provochi un annebbiamento della mente del Jedi. Che il cavaliere debba usare la propria arma solo per difesa, e intraprendere tutte le altre opzioni disponibili è la diretta conseguenza di questo principio, perché solo stando sereno è possibile trovare la calma e la concentrazione necessarie per valutare ogni situazione con chiarezza e oggettività.
- Non c'è morte; c'è la Forza
Un cavaliere Jedi deve essere sempre pronto alla morte, deve accettarla, e non deve assolutamente farsi ossessionare o condizionare da essa. Il senso di perdita è spesso ancora più grande per chi è sensibile alla Forza, ed è difficile mantenere l'equilibrio, rimanere sereni. La morte, tuttavia, non è una tragedia ed è solo una parte naturale del ciclo della vita: un Jedi sa che si perpetuerà nella Forza, che gli permetterà di essere in contatto con tutte le forme di vita dell'universo. Se il cavaliere accetta che la morte non è altro che un'illusione, potrà gioire per coloro che intorno a lui si trasformano nella Forza. Non avrà dolore, né sofferenza, né paura per il suo destino e potrà concentrarsi al meglio sul presente.